Le Gpf (gestioni patrimoniali in fondi) sono generalmente caratterizzare da soglie di entrata tra 30 e 100 milioni.

Obiettivo di queste gestioni è dare ai risparmiatori la possibilità di investire importi anche modesti in quote di più fondi, sulla base di un determinato profili rischio/rendimento più sofisticato di quello che è possibile ottenere investendo in un unico fondo e con unaconsulenza adeguata nelle operazioni di asset allocation. Generalmente tramite le Gpf è possibile operare spostamenti di allocazione del portafoglio (switch) in modo più rapido e meno costoso rispetto all'investimento in un singolo fondo. Questi servizi bilanciano un maggior costo di ingresso dovuto al doppio carico commissionale: uno relativo all'acquisto del fondo e uno relativa alla consulenza e assistenza fonita.

A livello di informativa, il TUF ha accresciuto gli obblighi informativi del gestore individuale nel confronto della clientela, obbligandolo a comunicare trimestralmente l'andamento della gestione rispetto al benchmark di riferimento.

Le Gpm (gestioni patrimoniali in valori mobiliari) sono generalmente caratterizzate da soglie minime di entrata pari ad almeno 200 milioni. Rappresentano la versione italiana, parziale e semplificata, del private banking (il servizio di amministrazione personalizzata di patrimoni mobiliari offerto dai grandi nomi della finanza internazionale).

Nelle Gpm il cliente, con un apposito mandato, autorizza l'intermediario (banca, Sim, fiduciaria) a svolgere attività di compravendita in azioni, obbligazioni, titoli di Stato e altri valori mobiliari, allo scopo di ottimizzare il rendimento del patrimonio conferito.

La gestione del portafoglio titoli è personalizzata sulla base di un profilo rischio-rendimento tagliato di misura sull'investitore; banche e Sim offrono generalmente la scelta tra linee di investimento predefinite e sono obbligate a fornire all'investitore un rendiconto su base trimestrale, sulla base del quale è possibile verificare l'andamento della gestione.